Sono passati due anni all’incirca da quando partii per giungere dove sono ora. Ora, da poco più di un mese, sono diventata insegnante di sostegno (preferisco maestra) di ruolo.
M l’allora fu, prima un corso di specializzazione, poi un concorso straordinario (e su quello e sulle sue modalità si sono spese miriadi di parole) e il conseguente passaggio dopo il superamento di esso. Riguardo a quest’ultimo vorrei spendere due parole. Eravamo in molte, tante di più per il posto comune(la maestra di classe) che per il ruolo di sostegno. L’idea che mi sono fatta in quei momenti, prima di studio, e poi di condivisione della prova con altre persone, è che tutte volevamo riuscirci in qualche modo. Quell’occasione e quell’opportunità non andava persa. In quei momenti mi sono ricordata di alcune delle mie compagne di corso che, non avendo i requisiti per la partecipazione, non avrebbero potuto parteciparvi. E me ne sono dispiaciuta. Ma non mi sono sentita in colpa.
Perché avrei dovuto, mi sono domandata. Qualcuno mi ha fatto notare che, a differenza del concorso “normale” questo era stato, per dirla così, una passeggiata e in fondo il titolo acquisito l’anno prima aveva fatto da apri porta. Lo stesso titolo conquistato da chi mi parlava.Loro come me avevano fatto il loro percorso, avevano vissuto l’anno di specializzazione, appreso e compreso cosa sarebbe servito per essere una maestra di sostegno al meglio. E sono stata molto chiara sul fatto che un concorso, pur essendo importante e validante per il lavoro, non dava certo la prova della professionalità. Ci vuole altro. Ma quell’occasione servirà per sperimentare quanto il sapere si trasforma da conoscenza in “competenza” reale. Detto questo, ho un altro ricordo di quei due anni.
In quel tempo, e lo scrissi anche qui, avevo iniziato a scrivere per la competizione di scrittura creativa internazionale NanoWriMo. E condivisi questa cosa anche con i compagni e le compagne di corso. Ora è venuto il momento di consegnare nelle loro mani, ma anche nelle vostre che mi leggete, quello scritto che non verosimilmente ho chiamato romanzo. Ci ho pensato molto prima di pubblicarlo qui come regalo a chi lo volesse leggere. Non mi aspetto nulla di particolare. So che si tratta di una prova prima, acerba probabilmente, e che può stare, almeno per un po’, tra i pdf free dei vostri pc e del vostro tempo. Non altro chiedo. Buona lettura e grazie sin da ora!

Studiando la corsa perfetta in orario con il treno
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