#donnedigitali; immersione e volo in realtà possibili…e reali.

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6 giugno 2015; sveglia 5,45 del mattino! Mi aspetta un viaggio verso Modena per partecipare a “Donne Digitali; una giornata di scambi e formazione dedicata alla cultura digitale” e sotto, sotto, io ci vado come inviata di #educare4punto0.

vista4La location; arrivo al Museo Enzo Ferrari trovandomi di fronte la casa che Armando Ferrari vendette ai tempi per comprarsi la prima macchina da corsa(così si legge all’ingresso) e diventata poi l’Officina Meccanica. A lato appunto il museo, moderno, da fuori sembra una struttura pronta a prendere il volo, come le macchine veloci che ospita(ben ancorate e protette). Per arrivare nella sala ho camminato, un po’ emozionata, tra “le rosse”…

I contenuti; la giornata ha offerto, oltre alle sessioni plenarie di saluto e ricondivisione, due percorsi differenti e complementari. Uno dedicato alla “Digital Inclusion” vista come condivisione e partecipazione rispetto alle potenzialità dei nuovi mezzi tecnologici messi a nostra disposizione; l’altro “Digital Empowerment” e cioè come accrescere e sviluppare quanto già in parte conosciamo o ignoriamo del tutto. Senza far torto ai primi #educare4punto0 si è dedicato al secondo percorso.

vista2

I relatori; accanto alle figure istituzionali, grazie alle quali è stato reso possibile questo incontro, e mi riferisco al Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli agli assessori Ludovica Carla Ferrari e Ingrid Caporioni, molte e, qualche “molti”, sono stati gli intervenuti a cui ho dato la mia attenzione.

Mi sono appassionata all’idea di città intelligente o “smart”, alla possibilità di poter sapere quale tragitto migliore fare per andare al lavoro e per fungere al meglio da “mamma-taxi” durante la giornata; Lucia Mazzoni di Aster mi ha illuminata rispetto a ciò e a quanto non sapevo che già accade, non solo in Italia ma nel mondo. Nicola Bigi di TIWI mi ha aperto gli occhi su come “in un minuto si possa parlare di un problema complesso ed emancipare alla conoscenza quante più persone possibili”; grazie a tecniche video, di infografica e storytelling, da imparare. E sulla conoscenza mi sono “tuffata” nel mondo di Wikipedia; Claudia Canali mi ha raccontato da dove è nata, come si fa a partecipare a questo progetto “mondiale” e ho compreso anche come poter attingere da esso in modo condiviso e partecipe(CC Commons insomma). Francesca Parviero ci ha coinvolte nel “personal branding delle donne che fanno squadra con gli uomini”; l’esperienza di SheFactor e di quanto le donne siano riuscite a coinvolgersi pensando ad un loro futuro anche attarverso il web.

Infine la mattinata si è conclusa con Daniele Ferrari di Tracce; i suoi esempi sul crowdfunding, su come raccogliere fondi “dal basso” attraverso il web sono stati molto seguiti e di impatto sui presenti.

Il pomeriggio è proseguito con una plenaria del Professor Michele ColaJanni sui rischi e le opportunità della rivoluzione digitale ed un’interessante esempio di campus estivo dedicato alle ragazze delle ultime classi delle scuole superiori, possibili future “ingegneri informatici” organizzato da EWMD Reggio Emilia(European Women’s Management Developement Reggio Emilia; la presenza della Presidente Nadia Caraffi ha supportato questa iniziativa) e da UNIMORE(università degli Studi di Modena e Reggio Emilia).

Le sessioni di approfondimento sono proseguite nel pomeriggio per entrambe i percorsi…ma, aihmé, per me il tempo a disposizione era concluso e dunque sono ripartita.

Cosa porto a casa; molto e in piccoli pezzettini. Soprattutto mi sono sentita dentro una “rete”( a tal proposito vorrei condividere anche il lato tecnico; eravamo in un’aula sotto il livello stradale e con “wi-fi” libero con ADSL della Città di Modena, grazia la quale sono riuscita a “twittare” live senza difficoltà).

Sono stata per un giorno dentro a uno spazio in cui era possibile scambiare esperienze, comprendere le motivazioni, anche “di genere” che hanno portato e che portano le donne ad interessarsi ogni giorno di più in al mondo del web soprattutto in “modo serioso”(così suggeriva il bravo e simpatico Federico Taddia, conosciuto conduttore di RAI Scuola e Radio 24).

Ho scoperto che ci sono donne “digital champions” (ringrazio Riccardo Luna per la mappa presa dal suo blog), ho sentito di progetti nati da un desiderio, da un’idea a cui la costanza e il sapere, sommati, hanno dato una “forma reale”.

Insomma mi sono lasciata coinvolgere; convinta ancora di più di quanto, “battiti comuni” sentiti e presi al volo, senza rubare, divengano possibilità di crescita.vista1

Analisi di una società che non può e non vuole stare nel limbo del “guardare” e basta.

E concludo, prendendo a prestito i pronomi dall’intervento di una personal branding d’eccezione; “oltre al fattore She, c’è il fattore WE, uomini e donne insieme per cooperare, fare community per elevare”.

Al prossimo viaggio…

E qui trovate link al video; buona visione.

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  1. Il bello sta proprio nell’intreccio che nasce tra esperienze analogiche e digitali, che si riflette poi sul web ma anche nel quotidiano.
    Parlare di un concetto che si basa sulla relazione online mentre ci si relaziona online e dal vivo.
    E da qui l’articolo di Monica d’Alessandro Pozzi​, con il video dal nostro canale YouTube.
    Fare #rete perché diventi risorsa e condivisione.
    In un “She” che deve diventate “We”.
    Bravissima Monica!

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