Questo post vuole essere un prendere atto che qualcosa sta accadendo e che anche dall’esterno qualcuno lo nota. In particolare mi riferisco al lavoro che, insieme a Sylvia, portiamo avanti rispetto ad EduCare4.0.
Nell’autunno di quest’anno siamo state contattate per svolgere un progetto su alcune classi di una prima superiore di Dolo; il tema è stato la nostra immagine online, come la “gestiamo” e soprattutto quali regole conosciamo rispetto alla condivisione e alla tutela del copyright. L’altra parte essenziale è stata il mettere in evidenza il lavoro di gruppo dei ragazzi, chiedendo loro di pensare a un’immagine collettiva che li rappresentasse. Il riscontro immediato da parte dei partecipanti è stato positivo e ci ha dato spunti per ulteriori approfondimenti.
Un paio di settimane fa, parlando con una collega della scuola riguardo ai futuri incontri di educazione digitale programmati il 4 e il 9 marzo esclama; “Che bello fate qualcosa per il #RosaDigitale!”. E cosi sarà. I due incontri “Tecnologia in tasca”, che si terranno rispettivamente a Tortona e a Mestre, sono di fatto parte dei petali dell’iniziativa Rosa Digitale alla sua seconda edizione.
E’ trascorso qualche giorno da quando un amico in chat si congratulava con me per avermi trovata nella prima pagina di Google. Gli chiedo a quale ricerca corrispondesse tale risultato; come essere utili nel web. Curiosa vado a vedere. In effetti al penultimo e ultimo posto della prima pagina di Google esce un post relativo a una delle pillole digitali che EduCare4.0 aveva portato avanti dall’autunno del 2015 a maggio del 2016. In questo caso specifico si parlava della pillola relativa al nome “dojo” e a quanto da ciò era derivato in termini di approfondimenti rispetto al nostro stare on e offline.
I pensieri sono corsi quasi immediatamente alla condivisione dietro le quinte, allo scambio di messaggi via chat, alla preparazione del testo, alla ricerca delle frasi e delle parole più significative per esprimere quanto riteniamo davvero costruttivo e importante. E il faro che vogliamo, ogni volta, alimentare è quello della consapevolezza; ci rendiamo conto di quanto l’educazione al conoscere e, di conseguenza, al poter scegliere siano momenti essenziali di una pratica pedagogica nella vita reale che si trasferisce allo stesso modo nel mondo virtuale, che di fatto così tanto virtuale non è.
Dunque siamo realmente soddisfatte di trovare che il percorso intrapreso, anche insieme ad altri, stia dando un riscontro anche in termini di visibilità.
Un grazie sentito a quanti ci sostengono e condividono il nostro stesso sentire.
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