Ho trovato questo #CogliCarta in una strada trafficata che portava verso il lungomare di Trapani; ho intravisto che era scritto a mano. Aprendolo mi sono accorta della grafia in un’altra lingua. Come altre volte accade l’ho lasciato riposare un po’ e poi è arrivata la storia.
Buona lettura e felici Auguri per l’anno imminente. Pensate alla vostra e altrui felicità; credo sia un valore importante da ricercare e conservare con cura.
Le aveva chiesto di poterla incontrare un’ultima volta, prima di ripartire. Era lì seduto sulla sabbia davanti al mare, respirava l’aria e tendeva le orecchie per sentire i passi in arrivo.
Tardò di qualche minuto. Sorrideva, lunghi i capelli biondi sulle spalle e sulle maglietta colorata, cerulei e vispi gli occhi. Un’ombra per un attimo attraversò la fronte di lui; un po’ accigliato, per un attimo le si avvicinò e le prese le mani. -”My corazon”. Lei spostò con uno sbuffo i capelli che le avevano coperto gli occhi, abbassò le palpebre e sembrò gustare quelle parole.
Lei passò in rassegna le prime sere in cui, a quel corso di italiano per stranieri aveva udito la voce del professore intonare le prime parole in italiano e la rispettiva traduzione. Le volte successive aveva accarezzato con gli occhi i riccioli sottili e lievi lungo le tempie di lui. Non osava andare oltre con il pensiero, poteva solo immaginare un “idioma” in italiano che potesse descrivere le sue sensazioni.
Dopo settimane le sole sensazioni non bastarono oltre. Una sera l’aveva invitata a guardare una partita di pallone di una giovane e sgangherata squadra locale. Per la prima volta le aveva stretto la mano inneggiando al goal e alla vittoria. Poi furono strette più dolci e feroci, fatte di fame e di bisogno.
Ma in una delle mani di lui brillava un anello; un segno, un riconoscimento di uno status sociale “impecable” nel suo significato. Non finsero di non sapere. Era chiaro. Meno chiaro fu cosa potessero scatenare quelle strette e quei contatti.
Non mancò molto al verdetto. E alla conseguente sentenza che, a chi li avesse intravisti, poteva sembrare non scontata.
Lui doveva ripartire; la sua “fede” doveva lasciar andare il qui ed ora e ritornare alla bolla reale che lo attendeva lontano da lì.
Per questo le chiese un ultimo incontro.
Lei aveva maturato, in quei pochi giorni, un’illusione irreale. Doveva passare. Ora ci sarebbe stato un mondo di pensieri, ricordi ed emozioni incarnite nella pelle. Ora si ritornava a soffrire macerando l’illusione.
Restava il cuore senza un chissà.