Questo è un CogliCarta speciale; di inizio autunno.
L’ho visto mentre stavo per varcare la porta scorrevole di una nota catena di supermercati. Erano le 8:00 di mattina. Una spesa veloce prima di andare al lavoro. Ho capito da come era piegato che si trattava di un biglietto. Ho sperato fosse scritto. E infatti…
Un dettagliato elenco della spesa(con marche del prodotto che ho cancellato) probabilmente buttato o caduto dopo l’utilizzo(spero).
E a proposito di elenchi, mi è tornato in mente quell’esercizio, durante quel mese di agosto calamitoso di cui vi ho parlato, in cui la Regina di Calamo ci invitava a creare una storia con parole suggerite da lei. Poi ho letto anche il post di Emma e mi è venuta voglia di cimentarmi mischiando le parole; però ho deciso di provare a farlo con i possibili contrari delle parole della mia lista della spesa. Perdonate se saranno “contrari” un po’ personali ma non era così semplice trovarli universali. Dunque ecco cosa ne è uscito. E così continuo l’allenamento!

Questo l’originale.

Questo quello dei mie contrari.
<<Sono già le 18;30 tra meno di un’ora sarà qui e io sono ancora a metà preparazione di tutto…ufff>>
Così si preoccupava mentre la pioggia inesorabile schioccava dietro la finestra semiaperta , tac-tic, sembrava accompagnare l’andirivieni frettoloso in cucina.
Ricordava con certezza che il suo ospite non mangiava animali; verdura e frutta erano state lavate in abbondanza e riposte in due bielle capienti.
La pentola antiaderente stava cuocendo adagio un misto di legumi insaporiti da cipolle e curry; quello sarebbe stato il ripieno per i cannelloni insieme a un po’ di fontina. Si fermò prima di aggiungerla:<< Lo mangerà il formaggio? Speriamo>>
Come bibite succo di mela e vino bianco secco, fermo.
Aperitivo a base di una calda piadina, grana, pecorino e affettato vegetariano.<<Chissà che gusto ha>> si domandò; non era quello il momento di assaggiare. Mancava solo mezz’ora.
Non era un vero e proprio appuntamento, in ogni caso, ci teneva a fare bella figura e poi quel tipo, apparentemente schivo, aveva due profondi occhi marroni e parlava con dovizia. Insomma le piaceva.
Presa dall’ansia sorseggiò velocemente il suo tè tuffato nelle fette biscottate; aveva bisogno di zuccheri mentre cucinava.
Il cane Omero, addormentato sul divano muoveva le zampe in un sogno di corse felici.
<<Toc, toc>> si sentì bussare alla porta.
Da dietro un vaporoso mazzo di lavanda comparve lui e i suoi occhi color della terra.
Lei cominciò a starnutire, il sorriso di lui scomparve: <<Ciao, ho fatto male a portarti la lavanda?>>. Dopo una sonora soffiata di naso lei rispose : <<No, non è lei. Mi sa che tu però vivi con qualche gatto>>.
Alla parola gatto anche Omero drizzò le orecchie.
<<Veramente ne ho quattro in casa con me…Scusami>>
<< Pazienza, non potevi saperlo. Ecco una spazzola>>.
E così, tra uno starnuto e l’altro compresero, che avrebbero potuto trovare qualche aggiustamento.
La Regina e il regno di Calamo