E adesso?
Ieri pomeriggio sono stata ospite della Libreria Namastè a Tortona come ideatrice di GiocoCreAttivo; volevo,come è accaduto a Voghera, testare se il mio prodotto potesse interessare.
Poco dopo le 17:00 hanno iniziato ad arrivare le mamme con figli e figlie al seguito; sui tappeti i miei sacchetti sonori, libri e altri giochi che i bambini scoprivano tra le cataste luminose e colorate intorno.
La premessa e la spiegazione
Ho accolto le mamme ringraziandole per il tempo che mi avrebbe dedicato (ho saputo dopo che una di loro si era presa un’ora di permesso dal lavoro per poter essere lì) e ho iniziato un po’ a raccontare di me e della proposta che ero lì a presentare. Mi sono soffermata sui dettagli ma soprattutto le ho invitate a dirmi la loro riguardo ai giochi dei loro bambini; il come, il cosa e soprattutto quali erano i loro pensieri, le preoccupazioni e le aspettative.
Gli interventi non hanno tardato ad arrivare.
Alcuni di questi chiedevano conferma o smentita riguardo a comportamenti di noi adulti, su come ci approcciamo o no al gioco libero dei nostri figli. Invitavo ognuna a dire la loro…Ignara fino a quel momento di cosa sarebbe accaduto. Eppure, dopo tanti anni, avrei dovuto tenere a mente che aprire un cerchio di parole mette in moto energia!
La scintilla
Con molta calma e determinazione una delle mamme, dopo essere intervenuta e aver ascoltato, pronuncia una frase interessante su un suo bisogno ; <mi piacerebbe che non vi fosse solo una consulenza singola a casa, ma che si potesse creare un gruppo di gioco, un playgroup, in cui i bambini e le bambine venissero coinvolte, grazie ad un esperto a cui noi genitori, in gruppo, affideremmo e ci occuperemmo di questo progetto> (cito più o meno a memoria ricordando le cose fondamentali e il senso).
Da qui il mio, e adesso?
Il da farsi
Questa proposta ha catalizzato l’interesse di tutte, in modo differente, ma lo ha fatto. L’ho notato subito. Mi sono addentrata in questo cerchio offrendo spunti e mettendo davanti anche le possibili difficoltà (trovare il luogo, capire come organizzarsi).
La mamma illuminata mi rispondeva che, la difficoltà più sentita che lei intravedeva, era trovare genitori davvero interessati che volessero intraprendere questo percorso, il resto sarebbe venuto da sé.
A me, ritornavo in mente, vecchi momenti di progettazione in cui prendeva forma uno spazio e una pratica condivisa che , non tutte le volte, riusciva a diventare realtà.
Dopo questo momento sono iniziati i saluti e gli arrivederci; si perché la richiesta è stata quella di non perderci di vista.
Ho invitato tutte e lasciare tracce sulla pagina Facebook dedicata al progetto e a condividere ulteriori pensieri riguardo al loro. E intanto i loro figli trovavano modo di scambiarsi opinioni tattili e sonore; i miei sacchetti sonori fatti di tela e tappi di plastica hanno contribuito a creare una prima “relazione”.
E io, dopo aver salutato e ringraziato le ragazze della libreria, mi sono avviata con le mie borse di cotone più leggere, verso la macchina.
Le borse leggere ma dentro sentivo una bella “densità”.
L’ascolto mi ha permesso di comprendere.
Su quello che accadrà so per certo che voglio creare le condizioni per poterne essere parte. E dunque a settembre tornerò a Tortona con altri incontri pedagogici !
E perdonate l’ardire di quanto vi propongo a chiusura…Davvero mi sono sentita come “starman waiting in the sky”.
Complimenti cara Monica 🙂
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Grazie Sonia 🙂
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