Secondo fiocco di neve: da scrivere!

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Secondo giorno, secondo fiocco.

Questo forse è quello più natalizio di tutti…Ma ci sono degli intrusi e qualcuno a sorpresa.

Dunque è necessario sviscerare quanto di più recondito possiate ricordare. Qualche attimo di quando eravate bambini? Forse anche una paura per il giorno di Natale?

Lasciate che sia la vostra mente insieme alla penna o al tic tac della tastiera a lasciare il segno…Abbiate fiducia, succederà!

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  1. La magia del Natale

    È tardi lo so dovrei essere a letto. Ma sono troppo eccitato ho chiesto a Babbo Natale uno Stegosauro e un T-rex e non riesco a non pensare che domani mattina li troverò sotto l’albero. Mamma e papà hanno detto che se non mi addormento non arriverà, ho provato di tutto ho contato le pecore, ho contato all’indietro da mille ma niente sono già le nove e quaranta non riuscirò mai a dormire e non potrò mai avere i miei due dinosauri. Sono triste e mi addormento.
    Uno strano rumore mi sveglia. Oh no! Guardo l’ora: mezzanotte e cinque. Rumori in salotto. Strizzo gli occhi, non devo sbirciare devo fare finta di dormire. Anzi no devo dormire! Non sento più nulla forse Babbo Natale adesso è dai vicini. Sono salvo ma so che devo aspettare domani mattina, non vorrei che la magia del Natale facesse sparire i miei dinosauri perché sono sveglio. Sento delle voci in giardino. In giardino posso guardare non credo sia vietato. Mi alzo scalzo, il pavimento è freddo mi avvicino alla finestra. Resto a bocca aperta sull’erba accanto alla macchina della mamma c’è una slitta. Una slitta enorme con tutte le renne in fila a due a due. Qualcosa si muove lì vicino. Stringo un po’ gli occhi per vedere meglio. Accidenti devo andare a prendere gli occhiali sul comodino ma ho paura che la slitta sparisca. Faccio più veloce che posso e torno alla finestra. La slitta è ancora li. Ora vedo cosa si muove. Per terra sull’erba c’è il sacco dei regali rovesciato, alcuni pacchetti sono sparsi lì attorno. Dal sacco esce a sorpresa uno strano personaggio. Credo sia un elfo. È vestito da elfo, completo verde e buffo cappello. Sta raccogliendo i pacchi da terra. Lo sento parlare ma non riesco a capire cosa dice. Socchiudo un po’ la finestra per sentire meglio. Alza lo sguardo nella mia direzione. Mi abbasso. Spero non mi abbia visto. Adesso sento cosa dice.
    «Santa Claus che bel disastro, come farò a sistemare tutto?».
    «Te lo avevo detto di lasciar perdere! Sei sempre il solito Zenzero! Il sacco stava bene dove stava e che non sarebbe caduto». La renna più vicina all’elfo torce il collo per guardarlo con disappunto. «Quando arriverà vedrai come si arrabbia comincia ad avere una certa età e senza bigliettini rischia di fare una gran confusione».
    «Lo so Cannella, lo sto cercando ma se anche un biglietto si fosse perso andrà per esclusione. Il capo sa fare bene il suo lavoro»
    «Sì ma quel biglietto era speciale».
    «Ogni biglietto è speciale altrimenti non lo scriverebbe, ti ho detto che lo so!» Una folata di vento gli porta via il cappello a punta. «Oh no Cannella prendilo, prendilo!» con un piccolo balzo la renna riesce ad afferrare il cappello per un pelo e con un gesto un po’ stizzito lo lancia verso l’elfo.
    «Cerca di stare attento ci manca solo che lasciamo anche le prove del nostro passaggio, così fine della magia del Natale, lo portano in qualche laboratorio scientifico e ti clonano scoprendo che esistono gli elfi natalizi».
    «Devi smetterla di guardare le serie tv umane ti mettono troppa ansia». L’elfo continua a controllare i pacchetti. «Niente ci rinuncio». Si siede sulla slitta in attesa del ritorno di Babbo Natale.
    «Hai intenzione di diglielo quando arriva?».
    «Certo che glielo dico vorrai mica che mi metta nella lista dei cattivi» tiene le braccia incrociate e il broncio di tanto in tanto si guarda attorno preoccupato.
    Mi fanno male i piedi a stare sulle punte e mi abbasso per un attimo. Quando torno a sbirciare la slitta è sparita. Torno a letto un po’ preoccupato per quel biglietto perso. Mi riaddormento a fatica.
    È mattina. È Natale mi sono svegliato presto, sono le sette e corro in salotto sotto l’albero diversi pacchetti. Sul tavolo in cucina i biscotti che avevo lasciato per Babbo Natale sono spariti e sul piatto ci sono un bel po’ di briciole.
    «Mamma. Mamma. È venuto! Babbo Natale ha mangiato i miei biscotti» mi lancio verso l’albero pronto ad afferrare i miei pacchetti.
    «Ehi Matteo, Aspettiamo papà sarà qui a momenti» la guardo un po’ deluso ma aspetto volentieri papà che questa mattina è dovuto andare a lavorare presto. Fa lo spazzino e come dice lui il suo lavoro è importante per tutti perché una città pulita è una città felice. Mi aggiro per il salotto continuando a sbirciare i pacchetti. Ho individuato i miei. Uno ha la carta rossa e un bel fiocco dorato. L’altro ha la carta blu brillante e un fiocco argento. Il mio nome è scritto sul biglietto in bella calligrafia.
    Sento girare le chiavi nella toppa della porta e comincio a saltare «papà, papà è arrivato Babbo Natale!» Gli corro incontro. Papà lascia lo zaino a terra e mi solleva in alto, insieme andiamo verso l’albero di Natale. «Forza campione prendi i tuoi pacchetti» non me lo faccio ripetere due volte e mi infilo sotto l’Albero per prenderli, le palline tintinnano e l’albero oscilla «attento Matteo lo farai cadere». Esco piano con il mio bottino. Scarto i pacchetti e mostro trionfante il mio stegosauro e il T- rex a mamma e papà.
    «Amore vuoi un caffè?»
    «Sì grazie, vieni anche tu a fare colazione Matteo». Li raggiungo con i miei dinosauri.
    Siamo tutti assieme seduti a tavola. Mamma ha ricevuto il libro che voleva e il suo biglietto dice “Buon Natale Giulia spero sia il libro che volevi tanto”. Papa ha ricevuto una sciarpa colorata. «Non c’è il biglietto» guarda la mamma che alza le mani «non so dove sia Riccardo». Io sto pensando a quello che ho visto stanotte.
    «Tutto bene piccolo? Sei cosi serio». Papà mi guarda un po’ preoccupato.
    Tentenno un po’. «Stanotte ho visto una cosa un po’ strana». Racconto a mamma e papà di Cannella e Zenzero. Papà mi guarda in silenzio. «Quindi una renna brontolona e un elfo stressato cercavano un biglietto». Fa una pausa pensieroso. «Molto strano.» Si gratta la barba. «Stanotte mi è successa una cosa curiosa, stavo spazzando gli aghi nel viale di abeti davanti al parco, il vento di questi giorni ne ha fatto cadere molti quando una folata più forte ha portato ai miei piedi un biglietto giallo».
    Io lo guardo a bocca aperta «deve essere il biglietto perso, cosa c’era scritto?».
    «Non lo so, non l’ho aperto e sulla busta non sono riuscito a leggere niente, pensavo di portarlo agli oggetti smarriti domani».
    «Voglio vederlo papà, fammelo vedere» lo imploro.
    Papà si alza e va allo zaino, fruga nella tasca davanti e torna con un biglietto giallo acceso. Lo appoggia sulla tavola, io e la mamma tiriamo il collo per guardare.
    «Che strano ieri sera non l’avevo notata» sul biglietto c’è una scritta “per Riccardo”.
    «Papà è per te! Devi aprirlo» allungo una mano ma papà mi ferma.
    «Non lo so se è per me».
    «C’è il tuo nome sopra» lo incalza la mamma che a questo punto è curiosa quanto me.
    Papà con delicatezza apre la busta.
    “Carissimo Riccardo, hai una bellissima famiglia, Matteo è un bambino stupendo e so che ha seriamente cercato di dormire stanotte nonostante il baccano fatto dai miei goffi aiutanti. Hai tutto quello che puoi desiderare e so che sei felice. Come me questa notte stai lavorando al freddo, per questo spero che questa sciarpa colorata possa scaldarti la prossima volta che dovrai stare fuori, entrambi facciamo un lavoro importante. Buon Natale con affetto Babbo Natale”.
    Io e la mamma siamo a bocca aperta, papà rilegge il biglietto poi alza lo sguardo verso la mamma. «Com’è possibile?».
    La mamma sorride. «È la magia del Natale».

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  2. Finalmente in vacanza! Erano anni che desideravo una vacanza invernale in questo paesino di montagna: un gioiello nascosto tra i monti, poco noto e scoperto da un amico che tanto me ne ha parlato da farmene innamorare!
    Ho voglia di una passeggiata. Metto quella sciarpa colorata comprata ieri: perfetta per il mio buon umore. Il viale di abeti innevati che dalla baita dove soggiorno porta in centro, fa sembrare di essere nel paese di Babbo Natale come lo rappresentano nelle cartoline. Il paesaggio ovattato nella neve mi fa sentire come una bimba in un luogo magico…. Improvvisamente da dietro un abete spunta un animale che attraversa la strada con incedere solenne: non è possibile, una renna!
    La vedo sparire dall’altra parte della strada e mentre ancora non mi capacito della realtà dell’incontro, viene verso di me un uomo che fischietta felice. Bene, non sono l’unica di buon umore! È uno spazzino che ricambiando il mio sorriso mi racconta di aver ritrovato, spazzando la strada, un biglietto che era stato perso e di aver ricevuto una ricompensa dal proprietario al quale lo aveva restituito….un biglietto natalizio.
    Una ricompensa per un biglietto di Natale! Strani animali…strana gente…con questi pensieri rientro, desiderosa di una cioccolata calda. Il proprietario mi accoglie con esagerato calore e dice che ci sono visite per me. Chi può essere? Solo un paio di amici sanno dove sono ma so per certo essere impegnati. Mi dirigo curiosa dall’ingresso al salone. Apro la porta e…sorpresa! È Babbo Natale!

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