Forse sarà capitato anche a qualcuno di voi…o forse no.
Recentemente mi sono accorta di essere stata “bannata” o per dirla in italiano bloccata, bandita etc. Questo non mi ha particolarmente infastidito, certo non si può ribattere a chi lo agisce poiché non puoi più neanche interloquire, ma quello che mi ha spinto a scrivere queste due righe è proprio il significato del termine e non di per sé dell’azione che non giudico, ma di cui prendo atto.
Mi era noto questo atto in un tempo in cui, frequentando un mondo virtuale parallelo online, capitava di dover agire attraverso il ban. E da qui sono ritornata a vedere l’originale significato della parola; ma non solo. Mi è tornata alla mente l’emozione da cui ha origine questo agire. Ed era essenzialmente un’azione di protezione nei confronti di se stessi o di una terra o di un bene posseduti in quel mondo virtuale e per i quali, si temevano, aggressioni che avrebbero portato alla distruzione parziale o totale da parte di altri. E infatti la stessa Wiki specifica che “il ban è uno strumento di difesa”.
Ecco perché penso che, agire un ban quando si ritiene di non aver nulla a che fare con quella persona, o meglio ancora, di non voler più spartire nulla, è di per sé, un dare un proprio significato personale che si discosta da quello che in realtà è. Se non vi è nulla da condividere, di per sé, mi vien da dire, non vi è un reale pericolo o minaccia a cui il ban potrebbe ovviare, se questa è la situazione, semplicemente, non avendo condivisione, non si è amici.
Il ban arriva per togliere un pericolo o un disturbo; detto questo nulla da dire contro questa pratica, come ripeto può essere una sana e buona difesa. Semplicemente mi andava di mettere i puntini sulle i in tema di significato, e nella vita come nella pratica educativa il valore di una parola è importante…e buon ban a tutti e tutte!
E il titolo della foto, non a caso, apre a nuova luce…

Pic by Cherry Darlin’ “ray bans” in Flickr
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