Ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto! Partiamo da qui ora vi racconto come, soprattutto per me.
Domenica 7 aprile, dopo una notte quasi del tutto insonne (l’agitazione, l’emozione?) si parte insieme per Milano. La pioggia durante il viaggio qualche volta fa capolino, ci accorgiamo subito che la temperatura non è calda. Si correrà meglio, ci diciamo, sfregandoci le mani. Simona sarà la prima a partire. La sentiamo per telefono, non riusciamo ad incrociarla prima della partenza ma siamo con lei, con il pensiero. La pioggia leggera per un po’ continua. Ci rechiamo all’incontro della seconda staffetta, in metrò, mai vista così piena e densa. Questa volta toccherà a Krishna. Lo saluto giù nel metrò insieme al papà che sarà il “coordinatore” e il tifoso maggiore di tutti noi. Gli auguro di avere tanta forza e di mettercela tutta per quello che potrà. Io e Beatrice ci incamminiamo verso la terza staffetta, la mia. Quando siamo vicini ci accorgiamo del flusso di persone che ritmicamente avanzano. Nel frattempo Simona è giunta e Krishna è partito. Controllo che la mia glicemia sia a posto, tengo la giacca impermeabile addosso poiché non è ancora così chiaro cosa sarà del tempo. Beatrice mi saluta dicendomi “ci vedremo presto là”. Quel là sarà la distanza che dovrò percorrere, sette chilometri. In una maratona sono pochi, per me i primi da correre in un’occasione simile. Da giorni mi dicevo che avrei voluto farli tutti di corsa, niente camminate in mezzo. Di fatto però, durante gli allenamenti non ero ancora arrivata a mantenere quella lunghezza. Arriva un messaggio dal papà “Primi due km e mezzo in meno di 14 minuti, forse sta andando troppo forte”. Suggerisco che ce la farà. Attendo e intanto conosco altri runners che si stanno scaldando. Dopo meno di quarantacinque minuti intravedo un viso conosciuto e contratto…Krishna stava arrivando, dieci km di corsa senza fermarsi in meno di un’ora. L’ho baciato sulla guancia mi sono legata il chip e sono partita. Ora toccava a me!
Sin dall’inizio mi sono accorta di aver sulla bocca un sorriso ben stampato. Era una sfida, ero contenta di essere lì e proseguivo passo dopo passo. Non veloce(anche se successivamente ho scoperto dall’app in uso che avevo tenuto un ritmo più elevato del solito, ma non me ne ero accorta) con regolarità. Ogni tanto davanti a me qualcuno si fermava o rallentava. Tutti di corsa, mi ripetevo. Al quarto km e mezzo ho sentito le gambe dure. Quella era la distanza su cui mi ero confrontata fino ad ora. Toccava andare oltre. Al cartello 28 km ho pensato “Ne mancano due al cambio, non posso fermarmi ora”. Dopo circa dieci minuti intravedo l’arco di gomma gonfiabile simbolo dell’arrivo all’ultima staffetta. Ci siamo. Mancavano almeno ancora 500 m…Forse i più lunghi e quelli in cui ho dovuto resistere di più per non mollare. Intravedo facce conosciute. Quasi grido:”Ce l’ho fatta tutti di corsa. Vai Bea, tocca te!” E Beatrice è riuscita a concludere la “nostra maratona” entro i tempi fuori dai quali saresti stata accompagnata di lato verso l’arrivo. Dopo tutti insieme abbiamo gioito e sfilato insieme ai bambini e ai genitori di Una mano per…
E’ stato uno sforzo grande che mi ha dato una soddisfazione immensa. Da provare, almeno una volta nella vita…Andare oltre i limiti che pensavi di avere e accorgerti che ce la puoi fare. Grazie a quanti mi hanno accompagnato e permesso di vivere quel momento.
Avete ancora tempo fino al 6 maggio per contribuire alla vittoria più importante; il raggiungimento del nostro goal di raccolta fondi.