Ricordo la chiamata di mia sorella che mi diceva che il nonno era morto. Come si è soliti dire, rispetto a una persona molto in là con gli anni e che sai non stare in condizioni di ottima salute, “era questione di tempo”. Ho pensato prima di scrivere questo pezzo; forse, mi sono detta, apparirà troppo personale. Corro il rischio.
Il mio nonno materno ci ha lasciati 4 anni fa esattamente il 29 febbraio del 2012. Non ne scrissi allora, non riuscii. Al tempo davanti alla bara, davanti a mio figlio che era al suo primo lutto importante, davanti alla sua giustificata inesperienza nell’esprimere le emozioni, avevo sorriso. Soprattutto per la data in cui ciò era successo. In un dialogo immaginario tra me e lui lo avevo quasi rimbrottato: –“con tutti i giorni che ci sono proprio il 29 febbraio…Che cade ogni quattro anni!”
In quello stesso giorno avevo salutato frettolosamente al lavoro uno dei ragazzi di cui mi occupavo al Centro Disabili. Lo avevo fatto con le lacrime agli occhi, facendogli gli auguri di buon compleanno. Lui sicuramente comprese che mi era accaduto qualcosa, perché mi strinse più del solito, salutandomi.
Insomma una data originale in cui nascere o morire. Qualche giorno addietro ho realizzato che quest’anno avrei “ufficialmente” potuto ricordare quel giorno(pur tenendolo nella memoria a fasi alterne costantemente, e non solo quello, come accade con le mancanze forti). Così ho comprato un vasetto di viole e stamattina le ho piantate in uno spazio del mio cortile sotto un albero. Le viole, uno dei suoi tanti fiori preferiti, che in barba ai comportamenti ecologisti e di rispetto della natura, ai tempi, mi insegnava a cogliere andando a spezzare il gambo ben vicino alla terra, così risultava più lungo e più agile da tenere insieme ad altri e mettere in un piccolo vasetto. Stessa pratica adottata da mia madre. Ora, lei ha le viole in giardino…Io le pianto.
Qualcosa è stato ripagato, anche se credo non fosse un “grave errore“. So di non avere il pollice verde come il suo; sarò felice e mi adopererò affinché queste viole vivano a lungo.