Il tema del mese di maggio lanciato da Snodi Pedagogici è: #educazionEamore
“L’educazione all’ amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’ affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.
Come educare e come educarsi all’amore, in tutte le sue sfaccettature…”
Buona lettura.
Tutti i contributi verranno divulgati dai blogger di Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti in questo link
I blog che partecipano:
Sylvia Baldessari Il Piccolo Doge
Alessandro Curti Labirinti Pedagogici
Manuela Fedeli Nessi Pedagogici
Monica Cristina Massola Ponti e Derive
Cristhian Sarno Bivio Pedagogico
Vania Rigoni La bottega della pedagogista
Alessia Zucchelli E di Educazione
Monica D’Alessandro Pozzi Tra fantasia pensiero azione
I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l’estate e sfocerà in un’antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook”
# educazionEamore “Educazione e Amore nella Rete” di Elisa Benzi
Nell’ era di Internet e dei Social Network che fine fa l’amore? E noi adulti, detentori di un ruolo educativo teniamo conto della Rete quando parliamo d’amore ai ragazzi?

dal film Her…delicato e bellissimo racconto di un amore tra un umano e un OS (operating system)
Noi non avevamo Internet, ci innamoravamo sui banchi di scuola, in discoteca, al mare o in montagna vivendo spazi di vita reale priva di strumenti digitali.
Il nostro tempo era fatto di attesa, di emozioni contrastanti; si aspettava la telefonata che poi doveva essere breve per non occupare la linea. Si attendeva con trepidazione l’incontro, fatto non solo di tenerezze ma di parole, ci raccontavamo molto, le parole acquisivano il sapore di qualcosa di prezioso da custodire nella mente e nel cuore, unici supporti adatti a ricordare. Parole e tenerezza costruivano l’immagine della persona di cui ci innamoravamo confermando o meno la vicinanza al nostro ideale di uomo o di donna. Ricordo le mamme, tra cui anche la mia, “è la donna che regge il gioco!”, “farsi desiderare fa parte della femminilità, è la parte più avvincente del corteggiamento” e ancora “l’amore è dono reciproco, non è una corsa, non è una prestazione, non chiede prove”, “ascolta le tue sensazioni più profonde, solo così potrai capire chi è la persona giusta”. Parlare di sesso in casa era un po’ imbarazzante ma quando se ne parlava si legava sempre il lato affettivo, l’emozione, l’importanza di tenere insieme fisico ed emotivo come parti integranti della persona.
Noi siamo permeati di quella educazione. E ora, con Internet, come la mettiamo? Quali messaggi arrivano sull’amore e sul sesso?
Benché io abbia un atteggiamento molto positivo verso la Rete, credo che sia importante educare i ragazzi a vivere il più possibile le emozioni nella realtà. Il loro innamoramento viaggia moltissimo sui fili invisibili che legano smartphone e computer. Riempiono l’attesa degli incontri con messaggi continui in cui si dicono tutto e in cui credo si idealizzino molto più di quanto non facciano poi in presenza. Ed è proprio questo l’aspetto su cui a volte rifletto. Parlare attraverso la Rete è molto semplice, si raggiunge molto velocemente un livello profondo di intimità, attraverso le parole scritte si costruisce un’immagine ideale della persona e ci si innamora moltissimo di quell’ idea, è più facile scrivere i sentimenti che dichiararli in presenza.
La presenza è un corpo che parla non solo attraverso la voce, ma anche e soprattutto attraverso un linguaggio fatto di gesti, sguardi, un corpo che ci rimanda il significato delle nostre parole, come uno specchio che riflette la luce. È da quel rimando che si capiscono gli effetti del nostro agire, è da lì che capiamo se è il momento di aprirsi ai sentimenti più intimi. Se lo faccio attraverso WhatsApp rischio di bruciare delle tappe e se ricevo messaggi che fanno vibrare le corde più profonde rischio di innamorarmi di un’idea e il confronto con la realtà, quando arriva, può fare molto male.
C’è un altro aspetto che mi preoccupa in qualità di genitore, i ragazzi anche giovanissimi, ricevono molto facilmente immagini pornografiche senza andare a cercarle, arrivano sui loro cellulari dagli amici. Le immagini spesso sono violente, la donna e l’uomo sono dei semplici oggetti, il corpo è completamente slegato dalle emozioni. Sdoganare in questo modo la sessualità, anche attraverso alcuni programmi televisivi molto discutibili, rischia di far credere loro che il sesso sia una prestazione e che il corpo debba essere usato per provare piacere.
È difficile accettare il fatto che i nostri figli siano così esposti, ma dobbiamo prenderne atto e agire. Parlare loro di affetto e sessualità, educarli alle emozioni e soprattutto al rispetto di sé, perché l’amore per l’altro parte dall’ amore che ognuno ha per sé, solo amando noi stessi riusciremo a darci il tempo di trovare colui che saprà donare quella parte di sé che ci completerà.
Ecco l’autrice:
ELISA BENZI – laureata in Scienze filosofiche (indirizzo psico-pedagogico). Co-fondatrice di Snodi Pedagogici. Titolare di InDialogo – affianca gli studenti della scuola secondaria di I° nello studio, in modo particolare si occupa dei ragazzi che hanno difficoltà di apprendimento (DSA). Realizza progetti sull’uso di Internet e dei Social Network per le scuole e per le famiglie.
Sensibile ai temi dell’educazione, in particolare riguardo all’adolescenza. Ha lavorato in contesti multinazionali nel settore IT. È specialista in Conduzione di Gruppo.
Pingback: 12 maggio 2014 – Blogging Day – #educazionEamore | InDialogo