Oggi è l’Earth Day al suo 47° anniversario. La prima volta, il 22 aprile del 1970, venti milioni di Americani marciarono e diedero vita a un pensiero di cambiamento rispetto al nostro pianeta.
Ora si è molti di più a pensare quanto sia non solo necessario, ma vitale, che la Terra possa avere un buona possibilità di sopravvivere, a noi, mi vien da dire. Non voglio fare retorica. Ho la sensazione forte che da tempo si conosca il cosa e come fare. E si spazia in ogni settore: i suggerimenti possono essere trovati e vissuti, direi all’istante. Anche e soprattutto come forma di educazione. E in questo suggerisco l’ormai provata tesi della connessione a tutti i livelli.
Se, come davvero si dice, siamo tutti collegati, dovremmo meglio comprendere le azioni che ci possono portare a un risultato comune. E parlo di positività, perché è chiaro che, anche nel suo opposto il legame persiste.
L’augurio è palese. E allo stesso modo credo e provo a mettere in atto azioni che portino al cambiamento desiderato. E non è utopia; una sola persona che cambia e agisce può portare a un flusso di cambiamento enorme. Dunque si vada avanti!