Stavano seduti uno di fronte all’altra. La marea del mare di pixel solleticava loro i piedi.Le fronde delle palme e lo script del vento muoveva i lunghi capelli rasta di Lei e, sembrava sollevare piano i lembi della camicia hawaiana di Lui.
Lei scriveva, scriveva, messaggi lunghi nella loro chat privata; descriveva le emozioni di quel momento, il suo stare bene, l’illusione della vita digitale e il contatto che sentiva”reale” per le parole. Scriveva, scriveva…e dall’altra parte silenzio. Lei cominciò a pensare:”Sarà impegnato in altre conversazioni…forse non è al pc”. Provò ad aspettare non scrisse per qualche minuto. Poi non ce la fece più: ”Perché non mi rispondi?”. Silenzio…Dopo qualche secondo, Lei vide nella finestra della chat la frase in alto”Lui sta scrivendo…”, sospirò e attese. “Ti sto guardando…hai detto tutto tu, ascoltavo e ti guardavo”.
Lo spunto per questo breve racconto me lo ha dato Sylvia Baldessari e il suo post “Il silenzio nella rete” nel suo blog Il Piccolo Doge . Il suo invito a raccontare di silenzi vissuti mi ha portato a scrivere.
Mi sono tornati alla mente momenti di silenzio, a volte davvero difficoltosi da sostenere o da comprendere…ho voluto immaginare un dialogo a distanza tra due avatar in un mondo immaginario, che un po’ conosco, e che si chiama Second Life. Lì, come altrove, in rete, le comunicazioni avvengono per testo scritto…spesso lasciato in una chat privata, quando l’altro o l’altra non sono presenti. E si aspetta. A volte per giorni o settimane, se l’avatar interessato non entra nel mondo…e ci si domanda se può essergli accaduto qualcosa, se la connessione non funziona, etc…A volte la risposta è semplice e quasi immediata, come nella storia di Lei e Lui.
Insomma, in ogni caso, gestire il silenzio non è cosa da poco. Mi piace pensare, e di solito è quello che provo a fare, online come nel reale che “aspettare” e “essere attesi” diventa motivo di riflessione dentro, anche solo per rispondere. “Io ci sono” a volte basta questo.
A volte basta guardare; ricordate quella frase diventata topica nel film “Avatar” ? “Io ti vedo”…online è quanto mai difficile farlo, ma forse con gli occhi della mente, e allora anche il silenzio diventa una risposta.
Ho provato gioia nel leggere che il tuo racconto è stato ispirato dal mio post, una storia breve ma intensa che descrive perfettamente una modalità di stare in rete, con tutte le trepidazioni dell’attesa mentre si cerca di entrare in con-tatto con l’altro.
Hai tenuto conto delle EMOZIONI e questo mi piace. Perché la rete si percepisce sempre “fredda” ma in realtà, seppur invisibili, le emozioni viaggiano a suon di click e son percepibili: esistono, ci sono e non possiamo non tenerne conto.
Grazie.
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Grazie a te Sylvia, uno spunto davvero intetessante…chissa’ magari arrivano altri contributi…”in silenzio”
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