Ci siamo penultimo blogging day di Snodi Pedagogici, tema del mese di LUGLIO: #pedagogicalert .
“Quali sono le zone oscure dell’educazione?
Quali elementi ci sono nell’ educazione e nella pedagogia che, se non vengono valutati, portano l ‘azione educativa ad essere “pericolosa” per chi educa e chi è educato?
Chi sono i cattivi maestri?
Oppure la pedagogia può come disciplina, citando Marguerite Yourcenar, saper guardare nel buio con disobbedienza, ottimismo e avventatezza e scoprire strade inusitate?”
Fino al 14 luglio 2014 sono stati raccolti i vari contributi; oggi, 18 luglio 2014 dalle ore 10.00 in poi avverrà la pubblicazione online di tutti i post giunti in redazione, ospitati da noi blogger.
I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l’estate e sfocerà in un’antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook, il cui ricavato andrà in beneficenza alla “Locanda dei Girasoli” di Roma .
Una volta finito il percorso di pubblicazione online, i vari autori che hanno preso parte ai BDay verranno contattati dalla redazione.
I blog ospitanti;
Tra fantasia pensiero ed azione
Sono lieta e “divertita” nel pubblicare questo/racconto/confessione (passatemi il termine) di Bigius.
Mi è piaciuto, l’ho sentito “leggero” pur nella sua complessità. Sono a conoscenza del fatto che lui segue Snodi da tempo…dunque benvenuto a bordo e grazie per la tua collaborazione e condivisione. E buona lettura, come ogni volta, a tutti Voi.
“Nun te reggea più!”
Fifty shades of … rogna
A cura di Bigius
Ci sono lavori e lavori, professioni e professioni. Ci sono lavoratori e professionisti, ci sono educatori ed educatori, ci sono anche parassiti e filantropi. Chi si sporca le mani e chi le tiene in tasca…
Ecco i lavori mentali ed ecco quelli manuali. Lavori che ti logorano e lavori che ti appagano. Altri che ti fanno vivere nel delirio di onnipotenza ed altri che ti fanno affogare prima nel burn out e poi nell’happy hour.
Ogni lavoro ha più lati negativi e più lati positivi. I lavoratori hanno pregi e difetti. I datori di lavoro – specie in ambito social economy – hanno solo debiti, ma vantano crediti verso il proprio Karma. Gli allievi hanno, anche loro, il proprio Karma incontrando educatori ed educatori …
Ma questa è un’altra storia!
Ma c’è un lavoro che si sposa con la professione più di altri, e che non ha lati positivi e negativi, ma lati chiari e lati oscuri. Forse lo yin & lo yang è stato il primo modo di dire “conosci te stesso”!
Della maieutica ho sentito parlare dopo essere rimasto nudo. “A furia” di svelare e svelarmi come una cipolla, ho pianto lacrime salate, mi sono sentito nudo come un verme, ma ho imparato a sapere chi sono, cosa voglio e attraverso quali percorsi camminare decidendo consapevolmente quali “battere” e quali “levare”.
C’è qualcosa che mi assale quando arrivo al “mio limite”. Ciò che amo definire “rogna”! “Amo definire..”, certo, perché la visione noir è affascinante, mi ha sempre affascinato.
Tutti hanno un limite, ma non tutti sanno “sostare” prima di cadere nel baratro. Un luogo immaginario ma reale che si chiama “black falls”!
Lasciarsi andare/trascinare con/dalla corrente, cavalcare le onde del destino seguendo il proprio istinto fino a vivere l’ultimo respiro possibile. Questo quando sei studente.
Non lasciarsi andare/trascinare con/dalla routine, ma cavalcare i problemi quotidiani come occasioni di crescita fino all’ultimo sorriso. Questo quando sei educatore.
Ho sempre diffidato dei candidi, troppo candidi, così candidi che non si vedono, quelli che passano inosservati, perché troppo impegnati a nascondersi dietro pregiudizi, sempre negativi, che precedono senza sentimento gli altri.
La rogna, quella vera, la senti per forza! Calda, quando ti acceca. Fredda, quando agisci lucido! E’ l’ego che ti divora che ti rigurgita trasfigurandoti e facendo vedere il lato peggiore che c’è di te! Almeno sai con chi hai a che fare …
“Ma vai a … lovely places … such a lovely places!”
Ecco lo dico in inglese – penso tra me e me – mentre ascolto gli Eagles sotto la doccia per levarmi “di dosso” la “rogna”! Una rogna corposa, vellutata, maturata in botti di rovere – due botti di rovere, “ … grandi così” – dopo ( 11 mesi di affinamento/annientamento – lento e metodico ) e dopo un’altra giornata pesantissima!
Anche quest’anno – continuo a pensare mentre mi asciugo e mi “lecco le ferite” – Noi eroi futuristi, sterminatori di mulini a vento, spalatori di acqua con il forcone – siamo a fine stagione, e che stagione!
Lo shuffle dello stereo nero, perchè Io uso ancora I CD e qualche volta il mangianastri, intona : “ this the end … my only friend … the end”.
Continuo a pensare che ho una gran voglia di mandare tutto e tutti a “lovely places”, ed anche io vorrei andarmene in vacanza, magari proprio in un “lovely place”!
In particolare sono arrabbiato con me stesso, mi arrabbio sempre con me stesso! Quando offro più di quello che mi viene chiesto, quando mi aspetto, sbagliando qualcosa in cambio, quando penso che anche gli altri sarebbero disposti a dare quello che penso di dare io, ma non lo fanno.
E allora cosa vuoi – mi chiedo – adesso che sei svuotato, che ti viene da vomitare perché non hai più energie, nonostante ti addormenti senza ricordarti di arrivare a letto, adesso che non hai più tempo per ritemprarti perché sei caduto nelle oscurità delle “black falls”.
Vorrei abbandonare perché annaspo nel girone dantesco del “burn out”! E sapete una cosa divertente? Ci sono finito con le mie mani, scegliendo di dare tutto a prescindere, pensando che impegnarmi per gli altri mi avrebbe reso migliore. Ma rispetto a chi? A cosa? Qualcuno mi giudica? Sono davvero felice?
La “rogna” è la tendenza mentale che ti porta sempre a relativizzare. Gli eccessi ti portano sempre lontano dagli altri. Ti chiude in un mondo di iperanalisi, di paranoia, di solitudine, di antipatia e arroganza.
Poi, però, arrivo a
l lavoro. Vedo i bambini sereni nel loro nido, costruito per loro e penso che oggi è un altro giorno meraviglioso per crescere, nonostante le cinquanta sfumature di rogna che mi assalgono … “il cielo è sempre più blu”!
Bello, sentito e vero.
Grazia Vania, l’ho detto anche io all’autore…tra una sfumatura e l’altra di “rogna”.