Rieccomi…sono giorni strani; un po’ faticosi direi.
Ho una famiglia amica proprio nell’epicentro del terremoto; leggo le loro mail di aggiornamento via iphone e sento una strana “inquietudine” dentro. Un po’ come stare all’erta.
Cerco di concentrami sul presente ma la mente va, e più che ciò che vedo in televisione mi colpisce la descrizione della mia amica…di quanto vede, della sua paura, della sua fuga qualche giorno fa con il figlio in braccio, in macchina verso le Marche a casa di amici. Il suo dilemma nell’aver lasciato là il marito e i genitori…ma la prima cosa salvare il figlio, portarlo via dal “terrore delle scosse”.
Può sembrare non c’entri nulla con la pedagogia…forse è più vicino al sentimento di “sopravvivenza” per l’altro che ogni madre ha in sé; o forse il desiderio profondo di trovare un modo per “normalizzare” ed andare avanti…pur sacrificando la presenza accanto del marito e dei parenti.
Non vuole essere un sfogo il mio…una condivisione di un dolore e di una scelta coraggiosa che credo molte mamme e donne in questi momenti abbiano fatto.
Le sono vicina per quanto posso…l’augurio è di vederla presto, magari di nuovo nei giardini di Milano con i nostri figli, accomunati da una stessa “origine”(entrambi figli di cuore)a giocare sereni…