Partiamo da un punto essenziale: la condivisione e il relativo distacco.
Sto parlando di bookcrossing, quindi questi concetti sono riferiti all’idea di potersi letteralmente “staccare da un proprio libro e liberarlo per altri”. In che senso liberarlo? Metterlo a disposizione, lasciare che altri lo possano trovare leggere e se vorranno, a loro volta, dare innesco a questo circuito potenziale di scambi e di viaggi del nostro prediletto cartaceo.
Cosa in tutto questo è difficile? In che modo lo è stato per me e come l’ho superato?
Premesso che non è stato semplice ed immediato…Pensare di lasciare in giro un libro a cui si tiene e sapere, che possa finire in mano a sconosciuti, di cui non sappiamo nulla, non è così immediato. Questa però, forse, almeno per me, è stata la parte più intrigante. Non sapere dove e se il libro proseguirà il viaggio. Ma provare comunque a dare inizio ad esso.
All’inizio registravo e rilasciavo libri doppi o a cui non ero molto affezionata. Ma con il tempo ho lasciato andare anche i preferiti, quelli che mi avevano fatto passare ore leggendo di furia tutte le pagine, una dietro l’altra.
Consiglio? Cominciate con calma.
Da stasera, se potete, guardate nelle vostre librerie e provate a identificare le copertine che potrebbero fare al caso: mettetele da parte e respirate. Domani vi racconterò come prepararli al volo. Non temete sarà un volo con paracadute…
