E’ successo qualche giorno fa; decido di portare con me mio figlio per un giro in bicicletta. Meta; attraversare il ponte sul Po a Mezzana Bigli.
I chilometri non sono tanti e so che ci è già stato con mio marito; all’inizio le solite lamentele “non ce la faccio..sono stanco” scalfite dai miei “coraggio, si che ce la fai”.
Il momento difficile; appena prima del ponte. Un pianto disperato da “panico” ; “non voglio…ho paura, se cado giù…” Gli dico che aveva già fatto quel giro con il papà; “si- mi risponde, deciso- ma lui è più bravo” – “come più bravo?” ribatto.
“Si lui è più bravo e veloce a nuotare..se cado giù tu non fai in tempo”. Ora che scrivo mi viene da sorridere ma al momento ho compreso il panico di mio figlio…la paura che se fosse accaduto qualcosa non lo potessi salvare.
“Ma dai-gli ho detto-se proprio cadi vengo anche io!”…non so se siano state queste parole a dare coraggio o lo stargli vicino, guardarlo negli occhi e dirgli che ce l’avremmo fatta, in ogni caso siamo passati sopra il “ponte della paura” andata e ritorno.
E non ve lo nego…guardavo i flutti d’acqua giù…
Questo post partecipa al blogstorming:
Grazie Monica, bellissima testimonianza! A me, se può rincuorarti, capita il contrario: vedere i miei due cuccioli che attraversano la strada sereni “perchè tanto c’è vicino papà” mentre io rabbrividisco se quella moto o quell’altra macchina sembrano non frenare abbastanza: mi chiedo, infatti, se sarei davvero in grado di proteggerli se qualcosa non andasse per il verso giusto… se sono un guscio abbastanza forte…
Un caro abbraccio a te e alla tua famiglia!
Paolo
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Certo avere vicino papà aiuta…ma anche la mamma! Battuta a parte, comprendo bene che, nei casi di “pericolo e ansia” ci si rivolge alla figura maschile; ma vorrei tanto con il tempo poter educare e trasmettere una “buona risoluzione” delle cose alla pari o per lo meno differenziata ma “in grado di esserci” per entrambe i “generi”…ricambio l’abbraccio alla tua famiglia e a presto.
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