Anche in questa occasione non volevo mancare...Per quanto possa significare questa espressione, volevo esserci insomma. E vorrei che ci fosse anche Luce. Lascio quindi alle sue parole (inedite, queste non le troverete da nessun’altra parte se non qui) l’augurio di un inizio differente o uguale, in ogni caso di un nuovo principio.

Indossai le scarpe per la solita camminata. Ma sapevo bene che si trattava di un’occasione speciale. L’ultimo tragitto dell’anno in corso. Cambiai itinerario quasi a volere scacciare il pensiero di quanto era accaduto durante quella camminata nel parco. Adesso tornavo ad altro. Avevo perso mio padre nel lontano passato, neanche conosciuto. E poi il secondo, quello adottivo, quello che mi aveva accettata e amata. Sfuggito alla vita per un anomalia nel mondo. Camminare era l’unico modo per me di riuscire a reggere l’onda di dolore quando arrivava. Potevo non nascondere le lacrime, lasciarmi cullare nella nebbia e sentire il flusso bagnato lungo le guance. Niente era stabilito in quella giornata se non l’ora in cui sarebbe scoccato l’ultimo attimo di quell’anno. Dubitavo fortemente che le cose sarebbero cambiate a breve. Sapevo che poteva dipendere unicamente da me e forse, ma solo in parte, dalla commistione di eventi e pensieri intorno. Ma non avevo voglia che questo accadesse. Rallentavo l’andatura quasi a non voler rientrare. Stavo bene lì, aperta e chiusa in quel mondo dove c’ero solo io e il mio dolore. Certo la nebbia non aiutava a vedere i contorni. E per me tutto appariva sfumato dietro le lacrime. Poi un barlume leggero. Un tenue raggio di sole a farsi spazio tra la polvere grigia. Non basterà-mi dissi- ma è un inizio.