Di famiglie e diritti dei bambini

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Sette mesi fa morì mia madre. E sembra ieri. Oggi è una giornata importante, di cui, più volte, parlai negli anni passati tra queste pagine. Per certi versi questo anniversario cade proprio in quella giornata. Non credo al caso e dunque vorrei parlarne.

Una giornata che mi ricorda un percorso, anzi tre e due ancora in cammino. Quello di figlia, maestra di sostegno e quello di madre. Nessuno dei tre è stato scontato né per me, né per chi mi è stato e mi è accanto ora. Dal restare orfana di padre quando ero molto piccola all’avere una nuova possibilità di famiglia, con un nuovo papà, dalla prima infanzia. Nella Convenzione Internazionale dei diritti dei bambini ve n’è uno che è risuonato e risuona spesso nella mia vita: il diritto alla vita e ad avere una famiglia. Io sono stata fortunata.

A volte succede che la famiglia non sia quella più idonea. Per tanti motivi. Non sto esprimendo un giudizio solo un dato di fatto sul quale, a volte, mi capita di soffermarmi. Ma quel diritto è sacrosanto anche a costo di tagliare e andare oltre. Non sto a soffermarmi su cosa significhi quanto ho appena scritto, credo che sia piuttosto chiaro.

Tornando ai tre percorsi, il secondo è appunto quello professionale, in cui si entra in relazione con altre famiglie ed è necessario, ogni volta, farlo in punta di piedi e nello stesso tempo far comprendere bene che, come maestre (oso parlare al plurale), restiamo in ascolto e cerchiamo di comprendere tutto quanto è in essere e quanto e cosa può accadere…O quasi. A volte si fa fatica. Ma l’obiettivo di questa professione è quella di lavorare per il benessere e la crescita serena del bambino a scuola e prepararlo alla vita. E il più delle volte, per la proprietà transitiva tutto si espande anche oltre l’edificio scolastico.

L’ultimo tassello: il più faticoso e il più bello. Essere madre di cuore. Vi racconto un episodio accadutomi qualche giorno fa mentre ero in un supermercato. Un viso che ricordavo legato alla vita scolastica di mio figlio mi saluta e mi chiede di lui. Ricambio e gli racconto che ormai è diventato un uomo , che fa un lavoro che lo appassiona e che sembra andare tutto bene. Mi sorride calorosamente e alzando il pollice verso l’alto mi dice <<Bene, ce l’avete fatta!>>. Mentre la salutavo e proseguivo tra le corsie ho avuto un attimo di gioia e smarrimento insieme. Certo che ce l’abbiamo fatta! Mi sono detta. Tutti e tre. In alcuni periodi il dubbio era presente, lo ricordo bene. La famiglia, come insieme di persone, trova il più delle volte aggiustamenti e nuove ripartenze. E così è tutt’ora.

Oggi vorrei quindi dedicare questa giornata, oltre che a tutti i bambini e le bambine, a tutti i genitori, senza etichette, senza sé e senza ma. A quanti hanno scelto e anche a coloro che non hanno scelto di esserlo ma sono parte di una famiglia…Una famiglia umana che genera serenità.

E per festeggiare libererò un libro: Anna dai capelli rossi. Mi sembra una scelta idonea.

Buona giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a tutti e tutte!

Una risposta »

  1. È stupendo ciò che hai scritto, mi ha molto emozionato, soprattutto la parte dove descrivi la tua professione, che penso sia alla stregua di una vocazione, quasi. Ti ringrazio, come madre del tuo impegno verso i bambini che accudisci e in qualche modo cresci…grazie col cuore🎩

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  2. Grazie Monica per le tue belle parole e per la bella persona che sei.
    Lavori duramente ogni giorno fuori e dentro casa difendendo ciò in cui credi e portando avanti un bellissimo pensiero educativo e familiare….. grazie ancora x la tua forza ed il tuo esempio 🤗😘….e voglio dirlo qui in modo che lo sappiano tutte le persone che accederanno al blog: gli affetti e le buone relazioni hanno bisogno di cura ed impegno…e di crederci anche quando è dura!
    Un bacione Monica!

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